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PER FARE UN ALBERO CI VUOLE UN FIORE

''Le  cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa ascoltare''.

Benvenuto in ''Per fare un albero ci vuole un fiore'', un progetto che nasce dall'incontro tra la passione per la letteratura e l'amore per l'arte di Mariarita e l'occhio sensibile e osservatore di Andreana. Ricco di contenuti interessanti ed esclusivi, il blog vuole essere uno scrigno dove gettare e condividere i nostri "lampi di mania."  Ci auguriamo che "Per fare un albero ci vuole un fiore" possa accendere anche la tua passione. 

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The Goldfish Pool At Chartwell: Winston Churchill, tra autorevolezza e sensibilità artistica.

Churchill è probabilmente il Primo Ministro del Regno Unito più famoso e più iconico della storia Britannica. Uomo politico, giornalista, storico e militare britannico, passò alla storia per aver salvato la sua Nazione dalla furia nazista.


Pochi però conoscono il lato “umano” di Sir Winston Churchill, l’animo sensibile lontano anni luce dalla sua autorevolezza di uomo politico e militare. Ebbene, egli aveva una passione nella quale riversava, sia pur inconsapevolmente, tutte le sue debolezze e dalla quale emergeva la sua inclinazione più romantica: la pittura.

L'amore per quest'arte nacque dopo l'acquisto, nel 1922, di Chartwell House, nel Kent. Da quel momento realizzò ben 500 opere. Incoraggiato da Lady Churchill e indottrinato dal suo amico artista anglo-francese Paul Maze, Churchill trovava nella pittura il più completo rilassamento fisico e mentale. Con costante ostinazione e accanimento era solito ritrarre sulle sue tele lo stagno di pesci rossi che egli stesso aveva fatto installare nei giardini della tenuta, contribuendo manualmente ai lavori. Fu durante un dialogo con l’artista Graham Vivian Sutherland, però, che scoprì egli stesso le ragioni a fondamento di tanto accanimento nel dipingere quello stagno. Difatti, l’artista, chiamato nel 1954 dal Parlamento a realizzare un ritratto del Primo Ministro come omaggio per il suo ottantesimo compleanno, era un fermo sostenitore del dipingere secondo verità. Churchill era però di ben altro avviso: egli dipingeva il “bello” e tale lo rendeva se così non si presentava. Sutherland, dal canto suo, riteneva che in realtà le sensazioni umane vengono fuori dall'arte e dalla pittura anche inconsapevolmente: cosi, i suoi dipinti raffiguranti lo stagno trasudavano malinconia, nostalgia e sofferenza all'occhio di chiunque si professasse artista. In quel momento Churchill prese coscienza, con sincera sofferenza del perché di tanta dedizione ed è così che ci è pervenuta la misteriosa storia dello stagno di pesci rossi.

Sir Winston Churchill aveva 5 figlie. La più piccola, Marygold, chiamata così in onore dei suoi riccioli dorati, morì per setticemia all'età di circa 2 anni. Un anno dopo il Primo Ministro acquistò la Country House del Kent e decise di far installare quello stagno.

In quel dialogo,dunque, Churchill intuì che la sua debolezza più grande la riversava nei suoi dipinti con oggetto lo stagno. Una personalità complessa, un uomo determinato e autorevole che spesso nella sua vita soffrì di depressione ma che imparò forse a gestirla, dipingendo ripetutamente quello stagno, catalizzatore del dolore della prematura scomparsa della figlia. E così quel pittorico stagno, costruito per fuggire ai pensieri autodistruttivi del politico, ci ricorda che mai davvero si sfugge dalla malinconia degli affetti perduti. I dipinti dello stagno di pesci rossi di Churchill ci insegnano che anche le personalità più autorevoli vivono e nascondono delle sofferenze. Per questo Churchill dipingeva lo stagno per combattere sì la malinconia ma anche e soprattutto per cercare l’agognata accettazione della tragedia del destino che aveva colpito la piccola Marygold.




Ad onor di cronaca e per completezza della storia, il dipinto realizzato da Sutherland non fu mai apprezzato da Sir Churchill. Infatti, proprio secondo la filosofia del suo autore, il ritratto del politico era una rappresentazione fedele dell’aspetto fisico del soggetto e ritraeva la sua decadenza fisica evidenziata dall'avanzare dell’età. Churchill capì che era arrivato il momento di dire addio alla carriera politica e firmò le dimissioni da Primo Ministro, lasciando la carica ad Anthony Eden il 7 aprile 1955. È interessante notare che seppur il Primo Ministro firmò le dimissioni per donare al suo paese un Capo di Governo più giovane e in salute, egli stesso non accettò mai l’idea di quella decadenza fisica e mentale: il non accettare la sua condizione lo portò addirittura a distruggere quel ritratto, considerato ad oggi una grande opera perduta.



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