top of page
fiori selvatici

PER FARE UN ALBERO CI VUOLE UN FIORE

''Le  cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa ascoltare''.

Benvenuto in ''Per fare un albero ci vuole un fiore'', un progetto che nasce dall'incontro tra la passione per la letteratura e l'amore per l'arte di Mariarita e l'occhio sensibile e osservatore di Andreana. Ricco di contenuti interessanti ed esclusivi, il blog vuole essere uno scrigno dove gettare e condividere i nostri "lampi di mania."  Ci auguriamo che "Per fare un albero ci vuole un fiore" possa accendere anche la tua passione. 

Home: Benvenuto
Home: Blog2

Il tuo modulo è stato inviato!

Home: Contatti

Adolescenza 2.0….punto 2.0

Nessuno avrebbe mai pensato che da un momento all’altro saremmo stati tutti rinchiusi in casa.

Nessuno avrebbe mai pensato di studiare attraverso un computer, di fare sport da casa e di comunicare con i propri parenti o amici attraverso videochiamate. Tutto questo a causa di un virus, conosciuto come Coronavirus, una malattia respiratoria, simile a una semplice influenza, ma molto più grave perché ha portato migliaia di persone alla morte e molte altre alla terapia intensiva.



Non poter uscire anche solo il sabato sera con gli amici è deprimente. Non poter parlare da vicino con le persone che amo, non poterle abbracciare mi ha creato un vuoto incredibile. Purtroppo, a causa di questa pandemia, sono stata lontana da mia sorella, bloccata a Milano per lavoro. Mi mancavano le nostre conversazioni, i suoi abbracci e persino i suoi rimproveri per il mio disordine. Come lei, migliaia di persone sono state via da casa in questo periodo così difficile.



Fortunatamente la tecnologia ci ha prestato un aiuto prezioso, consentendoci di rimanere in contatto con amici e familiari, e non solo. Tutti noi studenti abbiamo potuto seguire le lezioni da casa. Prima della pandemia trovavo scontato andare a scuola ma soltanto adesso, con la didattica a distanza, mi sono accorta di quanto fosse bello trascorrere le cinque ore di lezione con i miei compagni di classe e, soprattutto, di quanto fossero preziosi gli insegnamenti impartiti dai docenti in carne ed ossa. Le lezioni a distanza, pur permettendoci di continuare il programma scolastico, hanno comportato molti punti negativi, come ad esempio le molte ore passate davanti ad uno schermo, che a lungo andare fanno venire male agli occhi. Tuttavia, questo lockdown ha avuto anche dei lati positivi: molte persone hanno coltivato nuove passioni quali la cucina, la pittura, la lettura, la scrittura… Io, ad esempio, per colmare i momenti di noia, ho letto libri, visto molti film e cucinato tantissimi dolci.

Inoltre, il molto tempo a disposizione dentro mi ha aiutato a fortificare il legame con la famiglia. Non avrei mai pensato che un piccolo virus potesse mettere a repentaglio la vita di noi esseri umani, costretti a stare a casa, lontani fisicamente dai nostri cari in fin di vita o quasi. È impensabile stare lontani da un nonno, da una mamma o da un papà o da un amico in gravi condizioni; non è accettabile vederli dietro ad uno schermo e non poter condividere ogni attimo insieme, aspettare la chiamata che ti aggiorna e malauguratamente ti dà brutte notizie. Nonostante il gran numero di morti, molte sono state le persone guarite e questo grazie ai veri eroi di questa situazione critica: gli operatori sanitari che rischiano ogni giorno, in ogni momento della giornata, la loro vita per salvare quella di migliaia di persone, facendo molti sacrifici, i quali rimangono impressi sui loro volti, come si evince dai segni lasciati dalle mascherine. Spesso, medici e infermieri sono stati costretti a tenere le distanze nelle loro stesse case con la propria famiglia per la paura di aver contratto il virus.



Mi sembra assurdo pensare che un giorno mio figlio studierà sui libri ciò che abbiamo vissuto sulla nostra pelle. Non vedo l’ora che finisca questa assurda situazione per riabbracciare i miei cari, i miei amici e per uscire finalmente senza mascherina e senza essere costretta a disinfettarmi sempre le mani, accompagnata dalla costante paura di poter prendere questo virus e di poterlo, poi, trasmettere alla mia famiglia.

Nonostante tutto, questa situazione mi ha cambiato in positivo: sono maturata e ho imparato ad apprezzare cose che prima ritenevo scontate, perché anche un misero abbraccio può fare la differenza nella vita di una persona.


©Riproduzione riservata

L'autrice, Aurora vittoria, è una giovane studentessa al II anno di Liceo Scientifico.


Comments


Modulo di iscrizione

  • facebook
  • instagram

©2020 di Per fare un albero ci vuole un fiore. Creato con Wix.com

bottom of page