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PER FARE UN ALBERO CI VUOLE UN FIORE

''Le  cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa ascoltare''.

Benvenuto in ''Per fare un albero ci vuole un fiore'', un progetto che nasce dall'incontro tra la passione per la letteratura e l'amore per l'arte di Mariarita e l'occhio sensibile e osservatore di Andreana. Ricco di contenuti interessanti ed esclusivi, il blog vuole essere uno scrigno dove gettare e condividere i nostri "lampi di mania."  Ci auguriamo che "Per fare un albero ci vuole un fiore" possa accendere anche la tua passione. 

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Pertini: il grido instancabile alla "Resistenza"

Aggiornamento: 13 apr 2020

I pazienti morti con il coronavirus hanno una media di oltre 80 anni, 80.3: il picco di mortalità è nella fascia tra gli 80 e gli 89 anni. La letalità, ossia il numero di morti, è più elevata tra gli over 80.” Questo ci dicono i report medici in tempi di pandemia da COVID-19, la guerra del ventunesimo secolo, la battaglia che stiamo combattendo. E, quando sentiamo questi dati, è come se inconsciamente ci sentissimo più sicuri, meno esposti: “Tanto muoiono gli anziani, hanno fatto la loro vita!”. Eppure spesso non consideriamo che gli anziani restano la nostra memoria storica, fonte inesauribile di saggezza, di sapere, di conoscenza. Modelli con le loro vite. Quando penso a questi, non può che venirmi in mente un grande “vecchio”, il “bonario nonno con la pipa” di tutti gli italiani: il presidente più amato, Sandro Pertini.



Scomparso trent'anni fa ad un’età veneranda, tuttavia, più giovane intellettualmente di tanti giovani, col suo pensiero sempre vivace, audace, pronto. Un uomo che, nella battaglia in cui siamo, potrebbe insegnarci meglio di altri l’indispensabile virtù della resistenza. Lui che in prima persona, mettendo in gioco la sua vita, ha resistito alla tirannia. Lui che non si è sottratto all'esilio, al carcere, alla condanna a morte per difendere i suoi ideali, senza cedere realmente per un solo istante. Rimanendo, al tempo stesso, intransigente con se stesso e con gli altri. Se c’è da combattere si sacrifica tutto per un bene più grande, a volte persino i legami familiari. In un mondo in cui impera il detto:” Cari e carità”, Sandro Pertini, pur amando incondizionatamente la sua famiglia, non ha mai esitato a mettere in discussione anch'essa. Litigando col fratello Pippo, di fede fascista, e chiudendo con lui i rapporti. Rifiutando all'amata sorella Marion l’accelerazione delle pratiche burocratiche per una pensione che le spettava di diritto e tardava ad arrivare. Rompendo momentaneamente i rapporti con sua madre, quando lei chiese la grazia al Duce per lui, esiliato a Ventotene. E andando contro tutto e tutti per aiutare la gente comune, i suoi cittadini, anche rappresentando le istituzioni. Come in occasione del drammatico terremoto dell’Irpinia, quando senza alcun pelo sulla lingua accusò il ritardo nei nei soccorsi e pianse alle grida di disperazione dei sepolti vivi. Dimostrando che il combattente, il partigiano, non avrebbe mai lasciato posto al grigio burocrate. Per cui sì, possiamo pur sentirci assolti e sicuri quando, sotto la scure di una battaglia, cadono i più fragili, i più esposti. Ma dobbiamo ricordarci che se ne vanno via persone che hanno plasmato la nostra storia, consentendoci di vivere da uomini liberi. Uomini e donne che, come Sandro Pertini, gridano ancora alle nostre coscienze:

"Resistere, resistere, resistere"

Scrittore: Alfonso Castelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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