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PER FARE UN ALBERO CI VUOLE UN FIORE

''Le  cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa ascoltare''.

Benvenuto in ''Per fare un albero ci vuole un fiore'', un progetto che nasce dall'incontro tra la passione per la letteratura e l'amore per l'arte di Mariarita e l'occhio sensibile e osservatore di Andreana. Ricco di contenuti interessanti ed esclusivi, il blog vuole essere uno scrigno dove gettare e condividere i nostri "lampi di mania."  Ci auguriamo che "Per fare un albero ci vuole un fiore" possa accendere anche la tua passione. 

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Luce e oscurità: i due volti di Virginia Woolf

Aggiornamento: 29 gen 2020

Accadde oggi: a Londra, il 25 gennaio 1882, nasceva Virginia Stephen, che sarebbe stata ricordata una trentina di anni dopo come Virginia Woolf.

La sua esperienza esistenziale e letteraria assurge a testimonianza della duplice essenza della fragilità: da una parte, la vulnerabilità crea e alimenta in lei continue nevrosi, tormenti e inquietudini interiori, ma dall'altra diventa una lente attraverso cui guardare il mondo, fonte di sensibilità ed intelligenza creativa.

Virginia Woolf è il simbolo della straordinarietà e dell'immensità di essere donna. Innanzitutto del peso e delle responsabilità che questa condizione comporta: nata e formatasi in una famiglia illustre e colta, ella, sin da subito, deve fare i conti con un'ambiente che, per quanto stimolante, è maschile, vibrante di individualità forti e autorevoli e dominato da tacite ma rigorose norme. Vittima di molestie sessuali da parte dei fratellastri, scossa da una serie di morti, prima tra tutte quella della madre adorata, Virginia, anima fragile e sensibile, mostra i primi sintomi di quell'angoscia e di quella depressione che l'attanaglieranno per il resto della vita, fino alla decisione di lasciarsi annegare nel fiume Ouse. Prima di attuare questo gesto estremo, scrive una intensa lettera a suo marito, Leonard Woolf, porto sicuro, amico, complice e confidente in questa tempesta esistenziale. Ma la scrittrice conosce successi e traguardi grandiosi, tanto da essere acclamata come una delle figure più rilevanti e rivoluzionarie del panorama letterario del '900. Decisa, dopo la morte dell'opprimente e autoritario padre, a dare sfogo alla sua passione per la scrittura, inizia con lo scrivere le sue prime critiche letterarie sul ''Times Literary Supplement'', oltre che a militare nei gruppi delle suffragette. Pubblica romanzi, quali ''Jacob's Room'', ''Mrs Dalloway'', ''To the Lightouse'', in cui adotta la tecnica del ''flusso di coscienza'' seguendo dall'interno l'andirivieni delle sensazioni dei pensieri della protagonista, dando espressione alle aritmie delle percezioni e all'alchimia delle sensazioni, fino al ritorno ad un registro più tradizionalmente realistico, con ''The Years''. Ma Virginia è anche una acutissima e lucida interprete della condzione femminile. Interessante, secondo questa prospettiva, Orlando, biografia fantastica, ispirata a un'amica scrittrice, in cui peraltro la protagonista si trasforma da donna a uomo. Ancora ricordiamo lo studio sociologico ''A Room of One's Own'', bruciante guanto di sfida lanciato contro l'ordine culturale maschile, ultimo suo grido di protesta e di creatività febbrile.

© Riproduzione riservata

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