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fiori selvatici

PER FARE UN ALBERO CI VUOLE UN FIORE

''Le  cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa ascoltare''.

Benvenuto in ''Per fare un albero ci vuole un fiore'', un progetto che nasce dall'incontro tra la passione per la letteratura e l'amore per l'arte di Mariarita e l'occhio sensibile e osservatore di Andreana. Ricco di contenuti interessanti ed esclusivi, il blog vuole essere uno scrigno dove gettare e condividere i nostri "lampi di mania."  Ci auguriamo che "Per fare un albero ci vuole un fiore" possa accendere anche la tua passione. 

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Il tempo lento dell'attesa: amore, malattia e raccoglimento.



Circola sul web il tweet ''We are all Edward Hopper paintings now''.

Prigionieri di una solitudine statica e di un tempo fermo, i protagonisti delle opere del pittore statunitense sembrano profeticamente presagire quel senso di sospensione e di immobilità di cui il mondo intero sta oggi facendo esperienza.

Viviamo un momento di trepidante attesa: impazientemente attendiamo che la luce primaverile della rinascita squarci l'oscurità che la pandemia ha fatto calare sulle nostre esistenze.


Malattia e attesa s'intersecano in un capolavoro della narrativa, il cui titolo si è prestato a divenire, in quest'ultimo mese, scherzosa e ''poetica'' rappresentazione della distanza, della lontananza amorosa: El amor en los tiempos del còlera, di Garcìa Marquez. Nel romanzo, però, all'attesa della cessazione dell'epidemia se ne aggiunge un'altra, parimente drammatica ma carica di speranzosa positività, e cioè quella della realizzazione del sogno d'amore: Florentino Ariza e Ferminia Daza riusciranno a ricongiungersi soltanto dopo ''cinquantatré anni, sette mesi e undici giorni, notti comprese''.

È proprio l'etimologia, dal latino attendĕre (volgere l'animo verso), a svelare la carica di sentimento che contiene in sè l'atto dell'attendere. E' un'azione sacra, entro cui l'animo umano impiega ogni sua attenzione nell'aspettare qualcosa o qualcuno. All'interno della dinamica amorosa l'attesa non va intesa come incidente, equivoco o fastidiosa perdita di tempo, al contrario, è fondamento e identità dell'amore. Il sentimento amoroso si configura, sin dal suo sorgere, quale attesa dell'altro e aspettativa nei suoi confronti. L'innamorato è colui che attende. E mentre lo fa resta immobile.

Ad incarnare perfettamente questa immagine è Penelope, la moglie fedele di Ulisse, che di giorno tesseva la tela e di notte la disfaceva, attendendo il ritorno dell'amato.




La sacralità dell'attesa amorosa si è cristallizzata talvolta nelle lettere di alcuni scrittori, diventando poesia. Il foglio di carta, un non-luogo e un non-spazio, è la sede in cui confessare la trepidante e incontenibile ansia dell'altro; la penna lo strumento attraverso cui esplorare il proprio dolore e i propri sentimenti. Preziosa testimonianza di ciò sono le Lettere a Milena di Franz Kafka. La scrittura è per l'autore una sorta di nascondiglio da cui parlare indisturbato, senza dover affrontare la realtà.

Kafka, infatti, aveva un temperamento molto difficile, si sottraeva continuamente alla vita che per lui era soltanto ''un'illusione da descrivere'' e, per quanto Milena fosse importante, non avrebbe mai rinunciato alla sua vita solitaria e alla letteratura; quella donna non rappresentò mai per lui la quotidianità.

''Non osava vivere, il mio uomo mi amò per lettere'', scriveva la donna, giornalista e attivista politica ma passata alla storia con il riduttivo appellativo di ''amica di Kafka''.

Attesa d'amore solenne, sacrosanta, inviolabile è quella della donna che vive la gravidanza.

''Stanotte ho saputo che c’eri: una goccia di vita scappata dal nulla''.

Così inizia ''Lettera ad un bambino mai nato'' di Oriana Fallaci.

Così cominincia il monologo struggente e drammatico di una donna che vive l'attesa della maternità come occasione privilegiata di riflessione. E' il momento di fare i conti con sè stessa, con quella che è stata fino ad allora la sua esistenza di donna sola, forte, indipendente e in carriera e di considerare quanto sia veramente disposta e pronta a compiere fino in fondo il grande miracolo della vita che nutre nel suo grembo. E' in gioco, però, un dilemma ancor più importante: è giusto dar vita ad un altro essere umano, costringerlo ad un mondo imperfetto e ad una vita che lui forse non vorrebbe?


1 Yorum


terrycastaldo
terrycastaldo
30 Mar 2020

Bellissimo! Le infinite sfumature che possono colorare l'attesa sono descritte con chiarezza e delicatezza! Mi ha colpito tantissimo sia il riferimento a Kafka che alla gravidanza. Complimenti! ❤😘😍

Beğen

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