La voce del tuo corpo
- Davide Giuseppe Corrado
- 3 nov 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Dal tuo risveglio, quanto tempo hai donato a te stesso? Quanto ne hai speso a percepire il fluire dell'aria nei tuoi polmoni o il contatto di ogni passo col terreno? E a sentire le tue emozioni?
Le ascidie, animali marini simili alle spugne, sono dotate di un sistema nervoso (cervello, midollo ed organi sensoriali) che permette loro di muoversi, al fine di trovare, subito dopo la nascita, un luogo dove insediarsi. Appena impiantate, di solito su rocce o relitti sottomarini, cominciano a riassorbire il proprio cervello!
Non avendo più necessità di spostarsi, si liberano del sistema nervoso, ormai diventato solo un costo superfluo dal punto di vista energetico.
Viene da sé che il movimento nutre il pensiero.
Che tu sia un’ascidia, un maratoneta o un impiegato, il movimento influenza positivamente lo sviluppo cognitivo, qualunque sia il tuo obiettivo: raggiungere una determinata performance sportiva o semplicemente raggiungere una qualità di vita elevata.

Rispetto alle ascidie, noi esseri umani ci siamo evoluti per camminare, impiegando a tal fine milioni di anni. Nella società moderna, dove, ormai, "sedersi" è il nuovo ''fumare'', neanche si contano le patologie in cui la sedentarietà è una delle principali concause. Ne consegue che dedicare una parte di ogni giornata allo schema motorio per cui ci siamo evoluti è fondamentale.
Eppure per molte persone il solo camminare costituisce un impedimento.
Le abitudini sociali, le posture sostenute e i movimenti ripetuti ci stanno conducendo ad un'involuzione.
Se trascorri la maggior parte delle ore di una giornata su una sedia, il tuo cervello ti predisporrà, giorno dopo giorno, in quella posizione, in quanto il suo fine ultimo è quello della sopravvivenza e del risparmio energetico. Camminare diventerà, così, un'eccezione; col tempo crescerà in maniera esponenziale il numero di persone che si muoveranno con disfunzioni e conseguenti dolori.

Le emozioni, soprattutto quelle negative (rabbia, paura...), saranno un ulteriore ostacolo. Quando esse permangono per lunghi periodi, possono inficiare la postura e i movimenti: non riuscendo, infatti, ad esprimerle in una reazione di “lotta o fuga”, come invece avviene in natura, ne subiamo gli effetti negativi.
Diventa fondamentale ripristinare una funzione respiratoria corretta, correggere la postura viziata e migliorarla attraverso il movimento, coltivando parallelamente emozioni positive.

Dobbiamo imparare a percepire con attenzione il nostro corpo, a riavvicinarci alle sue esigenze e a non trascurarne i segnali, che siano essi di natura psichica o fisica. La chiave di volta di questi fondamentali passaggi è proprio il movimento.
Siamo una mente che percepisce in un corpo che sente o una mente che sente in un corpo che percepisce?

Il nostro corpo è parte imprescindibile della nostra mente. Come afferma il filosofo Umberto Galimberti:
Tutti noi potremmo fare a meno della medicina e della psicologia, se solo recuperassimo il concetto originario di corpo così come ce lo insegna il mondo della vita.

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Fonti: "Cervello in azione" di Fausto Caruana e Anna M. Borghi
L'autore: Davide Giuseppe Corrado è laureato in Scienze Motorie per la prevenzione e il benessere. Attualmente svolge l'attività di Personal Trainer, con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone.
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