top of page
fiori selvatici

PER FARE UN ALBERO CI VUOLE UN FIORE

''Le  cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa ascoltare''.

Benvenuto in ''Per fare un albero ci vuole un fiore'', un progetto che nasce dall'incontro tra la passione per la letteratura e l'amore per l'arte di Mariarita e l'occhio sensibile e osservatore di Andreana. Ricco di contenuti interessanti ed esclusivi, il blog vuole essere uno scrigno dove gettare e condividere i nostri "lampi di mania."  Ci auguriamo che "Per fare un albero ci vuole un fiore" possa accendere anche la tua passione. 

Home: Benvenuto
Home: Blog2

Il tuo modulo è stato inviato!

Home: Contatti

Il Lazzaretto e la Quarantena

Il virus e il focolare geografico: Veneto e Lombardia.

Nell'autunno del 1629, lungo la striscia di terra attraversata dai lanzichenecchi, nel nord della penisola italiana, cominciano a diffondersi sintomi sconosciuti che ad alcuni ricordano la ''peste di San Carlo” del 1576.


Le reazioni.

Il 14 Novembre il tribunale di Sanità si reca con urgenza dal Governatore di Milano per esporre la gravità dell’epidemia. Il governatore si dice molto addolorato, tuttavia le preoccupazioni della guerra sono più pressanti e perciò non intende prendere alcun provvedimento. La popolazione di Milano sembra disinteressata: nessuno crede che le vittime siano da attribuire al terribile morbo, anzi, quelli che parlano di peste sono derisi o additati al pubblico disprezzo; lo stesso vale per i magistrati pubblici. Solo il cardinale Borromeo esorta i parroci a vigilare circa la diffusione del morbo. Il Paziente Zero.

Cronisti del tempo, come il Ripamonti, annotano il nome di colui che per primo ha portato la peste a Milano, come per soddisfare una speciale curiosità verso i nomi delle prime vittime della mortale epidemia. Essi, però, discordano sul nome dello sventurato e sulla data del suo ingresso in città. Si tratterebbe di un soldato italiano al servizio degli Spagnoli, entrato, intorno ai primi del novembre 1629, a Milano con un fagotto di vesti comprate o rubate ai lanzichenecchi, che avrebbe alloggiato da certi suoi parenti presso Porta Orientale. Il suo decesso, avvenuto pochi giorni dopo, lascia pochi dubbi sulle cause della sua malattia. Le precauzioni: voli sospesi e interi paesi in Quarantena.

Il Tribunale di Sanità cerca tardivamente di arginare il contagio, ordinando di bruciare vestiti e suppellettili di persone infette e mandando intere famiglie al lazzaretto, cosa che inasprisce la popolazione milanese ed eccita un odio generale verso i magistrati.

Da Codogno all’Irpinia.

I 120 casi Italiani.

Alla fine del marzo 1630 la peste inizia a mietere vittime un po' ovunque in città e non solo più a Porta Orientale, con i malati che manifestano i sintomi inconfondibili della malattia, quali bubboni, febbri violente e improvvise, delirio.

“Poco più di un’influenza…”

I medici, contrari all'idea della peste, danno ora un altro nome al male e parlano di febbri maligne e pestilenziali, il che però è solo un inganno verbale e impedisce di capire che il contagio si propaga ormai per contatto tra le persone.

Amuchina e Mascherine.

Il diffondersi della peste e del contagio attraverso il semplice contatto coi malati fa svanire l'incredulità verso la malattia, specie quando essa inizia a colpire non solo i poveri della città ma anche le classi sociali più agiate. Gli Americani e il Complotto contro l’economia cinese.

Tuttavia, tra il popolo inizia allora a diffondersi un'altra pericolosa convinzione e cioè che la peste sia in realtà causata da sostanze venefiche sparse volontariamente da imprecisati individui; idea assurda che, però, trae alimento dalla superstizione e dalla credenza in pratiche magiche, allora diffusa in tutta Europa.

Il volto giallo del Corona Virus.

La mattina del 18 maggio si verifica un nuovo inquietante episodio, che seppure inspiegabile, contribuisce ad avvalorare l'ipotesi dell'esistenza degli "untori": un lungo tratto delle mura di Milano appare imbrattato di una strana sostanza giallastra, come se qualcuno l'avesse sparsa appositamente con delle spugne.

“Pericoloso solo per Anziani e organismi deboli”.

La plebe non è ancora del tutto convinta della peste poiché, nel lazzaretto e altrove, alcuni malati guariscono, mentre si crede che tutti i colpiti dovrebbero morirne; la cosa è incredibilmente sostenuta anche da alcuni medici, che si ostinano a non credere al contagio.

…Il finale! Per fugare ogni dubbio, il Tribunale di Sanità ricorre a un macabro espediente: durante le feste della Pentecoste, quando i cittadini sono soliti recarsi al cimitero di S. Gregorio per pregare per i morti della peste del 1576, nell'ora di maggior afflusso, viene condotto un carro con i corpi di un'intera famiglia morta di peste, i cui cadaveri, nudi e ricoperti degli orribili segni della malattia, creano orrore e ribrezzo in tutti i Milanesi presenti. Da quel giorno tutti si convincono della presenza e della gravità della peste. Quel macabro spettacolo, però, contribuisce notevolmente a diffonderne il contagio per la notevole concentrazione di persone. L’Eterno ritorno dell’uguale è una teoria di Nietzsche: cicli temporali fissati e identici che si ripetono eternamente. Spesso è la storia la nostra Amuchina, il gel che dovremmo comprare per impedire ai germi di vincerci. Ma “l’homo faber fortunae suae” e, se è vero che la storia siamo noi, è anche vero che il più grande cambiamento inizia dall’uomo, l’unico capace di capovolgere la circolarità degli eventi. Ringraziamo il “coronaVirus” per averci dato l’occasione di ricordare un grande evento del nostro passato, con la speranza che anche voi vi siate resi conto che questo era l’unico modo per rispolverare nella Vostra Memoria LA GRANDE STORIA DELLA PESTE DI MILANO.

Ora, Tutto ciò che è Promesso “ s’adda fare!”.



Riproduzione riservata

3 Kommentare


francamorgillo93
02. Apr. 2020

Originale la struttura dell'articolo che mette a confronto ogni singola fase sociale del evolversi delle due malattie. Scaturisce da qui come nel corso dei secoli come il comportamento dell'uomo davanti alla paura non sia cambiato e come l'evolversi degli eventi segue più o meno uno stesso andamento. Interessante conoscere sprazzi di vita durante la peste del '600. Grazie!

Gefällt mir

Andreana caruso
Andreana caruso
09. März 2020

😍 Grazie...abbiamo provato a cogliere in un triste momento, un'occasione di memoria storico-letteraria 😊

Gefällt mir

terrycastaldo
terrycastaldo
09. März 2020

Argomento tragicamente attuale... era opportuno un parallelismo ! Grazie , lampi di mania 🔝

Gefällt mir

Modulo di iscrizione

  • facebook
  • instagram

©2020 di Per fare un albero ci vuole un fiore. Creato con Wix.com

bottom of page